E’ passato più di un mese dal ritorno in Italia, ma il progetto non è finito.
Mentre qui si lavora duro alla post – produzione, a Beit Layha la municipalità continua e anima la campagna che abbiamo fatto partire insieme con il percorso “Make a Change”.
Make a Change voleva e vuole essere un modo per riportare al centro del dibattito, nella Striscia di Gaza e fuori da essa, il tema del rispetto dell’ambiente. (vedi articolo sopra).
La situazione dal punto di vista ambientale a Gaza è drammatica.
La crisi energetica a Gaza acuitasi in seguito all’ultima guerra nel 2014 sta causando dei gravi deficit anche per quanto riguarda le condizioni igienico – sanitarie che si aggiungono ai problemi del servizio idrico. Mancando infatti diverse risorse idriche, la falda acquifera costiera è sovra sfruttata e numerose sono le infiltrazioni marine. Non esistendo nemmeno uno sistema per le acque reflue, la falda acquifera viene compromessa ulteriormente dagli scarichi domestici.
A questi problemi si aggiungono quelli che già sono stati sottolineati: discariche abusive a cielo aperto, mancanza di un sistema di smaltimento dei rifiuti adeguato, mancanza di mezzi adatti ad un’efficace pulizia …
Chiaramente il peggioramento delle condizioni e l’impossibilità di progresso sono determinate dalle pesanti condizioni dovute all’occupazione israeliana, che impone di fatto un blocco del passaggio di materiali, attrezzature e fondi.