Handala è il simbolo della Resistenza palestinese. Quando Naji Al Ali lo ha ideato ha dichiarato che questo ragazzino si sarebbe girato nel momento in cui la Palestina sarebbe stata di nuovo una terra libera. Handala si arma oggi di rastrello e sacco della spazzatura per lanciare ai Gazawi un nuovo messaggio: la Resistenza è anche amore per la propria terra, non solo contro l’oppressore che lavora quotidiniamente per minare l’esistenza dei palestinesi, ma contro la noncuranza e il poco rispetto per l’ambiente. Si parte dalla costruzione della campagna “Make a Change” di cui Handala diventa eroe e punto di riferimento, per non dimenticare che la lotta per “Watan” (madrepatria) è anche la cura che si ha di essa.
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Gruppo riciclo sul campo: pulizia della spiagga di Beith Laya (video)
Esercitazione di danza tradizionale beduina
Frammenti dell’esercitazione di danza tradizionale beduina del corpo di ballo “Nashama Al Badia” realizzata con costumi tradizionali nel loro spazio affacciato su una delle vie di Gaza City est.
Perché un progetto di riciclo a Gaza?
La spazzatura è un problema globale.
E’ risaputo.
Nella situazione di assedio in cui versa la Striscia di Gaza, la gestione dei rifiuti diventa una catastrofe.
A Gaza si producono 90 tonnellate di rifiuti solidi al giorno. Non c’è raccolta differenziata (a volte non è possbile nemmeno la mera raccolta), non esiste un sistema per smaltirli e quindi per riciclarli e riutilizzarli.
I partner con cui ci siamo confrontati denunciano questa condizione e segnalano la mancanza di fondi e di mezzi per attuare modalità ecocompatibili ed ecosostenibili nel rispetto della natura e del paesaggio, agreste e marittimo (diversi sono i progetti pronti che non possono essere avviati per l’assenza di denaro).
Disporre di materiale e macchinari, inoltre, è a volte impossibile: sette anni fa, per esempio, dei compressori sono stati resi inutilizzabili. Il passaggio da Israele ha lasciato, per dirlo con un eufemismo, il suo segno.